Sembrerebbe suonata l’ora x della cibernetica. I timori di uno dei padri dell’intelligenza artificiale, Norbert Wiener ([1] e [2]) stanno prendendo forma:
“Robot contro immigrati. E’ la partita del secolo, che è già
iniziata e caratterizzerà i prossimi decenni, in un Giappone dove il calo e
l’invecchiamento della popolazione non lasciano alternative: o milioni di immigrati, per lo più da Cina e Sudest
asiatico, o milioni di robot, molti dei quali umanoidi, in grado di sostituire
o affiancare il lavoro umano ed entrare come componente normale del paesaggio
sociale senza intaccarne la sostanziale coesione etnico-linguistico-culturale.
Prof. Hirose, Cosa è un robot umanoide?
- Ci sono due
approcci: se devo lavare i piatti non costruisco un robot umanoide. Ma una
lavastoviglie. Se invece voglio generare conoscenza e con essa capire cosa è e
come funziona l’uomo, allora costruirò un robot.
Il che lascia anche inquieti, visto che questi umanoidi
sanno individuare i nemici e attaccarli, metafora e preconizzazione di sempre
più vaste applicazioni militari (oltre quelle già esistenti) e di insolubili
dilemmi etici sulle responsabilità penali e civili connesse all’intelligenza
artificiale[…]. La maggior parte di coloro che si occupano di robot
umanoidi ne parla come se fossero esseri umani […]. Il robot personale si dovrà occupare non solo dei bisogni
fisici della persona, ma anche di quelli psicologici.”
Segnale tratto da “Sono tra noi”, inserto
Nova24 del Il Sole 24 ore, Giovedì 1 Maggio 2008.
http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2008/05/sono-tra-noi-nv.html