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Sola dentro

C’era una volta, quando camminavo sui fili attenta a non inciampare. Una volta quando saltellavo sui funghi e mi sedevo a giocare sull’erba blu con la schiena appoggiata al sole. Dicevo non sono sola perché ho le mie lacrime, e quelle staranno con me sempre, perché non può essere altrimenti.
Dicevo e ridevo e correvo e alla fine non mi importava niente. Dicevo la vita sarà come tante, io sempre qui e tu distante, sempre poca gente intorno e troppa nella mente. Non si sente niente da fuori, neanche un rumore. Un tempo col naso all'insù speravo in un giorno migliore.
Io come un’onda nel mare. Con una benda sulla bocca e la nebbia nella mente saluto il mondo, sorridete, abbiamo sempre saputo che me ne sarei andata così. Uno sparo e le farfalle che volano dallo stomaco al cuore e fuori dalle mani, non sono un eroe non sono un eroe.
Addio mi dispiace.

Federica Franceschelli


Torna al concorso letterario “Il grande imbarazzo”

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