Incontri 1999 - 2000 - 2001 - 2002
Gli incontri hanno rispettato un percorso storico-culturale che ha preso inizio dall'arte medievale ed è proseguito con il rinascimento e il barocco inoltrandosi nell'arte moderna fino all'incontro con l'arte informale.
Ricordiamo la visita alla Basilica dei s.s. Giovanni e Paolo, prestigioso esempio del Medioevo, dove la mestosità degli spazi improvvisamente ci fa sentire piccoli e lo sguardo viene catturato dalla luminosità della vetrata dietro l’abside. Varcata la soglia della chiesa ci rendiamo conto di essere al buio e nasce in noi il desiderio di intraprendere il cammino verso quella luce. Probabilmente nell’uomo del Medioevo nasceva la stessa emozione: questo sentirsi davvero piccoli nell’ enorme architettura che circonda e sovrasta e il desiderio di avvicinarsi a quella luce. Non è il medesimo richiamo verso il divino? Proprio il divino troviamo in un dipinto dello stesso periodo, Incoronazione della vergine del pittore Catarino. L’opera, che si trova alla fondazione Quercini-Stampalia, ha il fondo color oro e i personaggi rappresentati sono solo figure sacrali.
Il richiamo al divino è evidente anche nella musica del Medioevo ed è ben rappresentato dal canto Gregoriano per la sola presenza di voci maschili che in un crescendo portano verso l’alto. Inoltrandoci nel periodo Rinascimentale e Barocco continuiamo l’ascolto dell’architettura. Visitiamo la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli che per struttura, forma e dimensioni rappresenta un’inversione della visione medievale, Tutto è a misura d’uomo, la luce è uniformemente diffusa e le forme architettoniche sono morbide con marmi policromi ovunque.
In pittura visitando i Musei dell’Accademia, La Ca’ D’Oro e la fondazione Quercini-Stampalia abbiamo incontrato Mantenga con il S. Sebastiano; Lorenzo di Credo con La Vergine e S. Giovannino adoranti il Bambino; Federico Cerveli con due opere Sirinx e Pan e Orfeo e Euridice; Giovanni Bellini con la Pala di San Giobbe; Leonardo da Vinci con uno dei suoi più affascinanti misteri, l’uomo Vitruviano; Giorgione con La Tempesta; Tintoretto con l’Ultima Cena. Uno degli incontri si è svolto alla Pinacoteca Comunale di Bologna dove abbiamo incontrato la pittura di Guido Reni.
Nel Rinascimento l’uomo è al centro dello spazio e si pone in relazione a ciò che lo circonda in prima persona, non più come passivo osservatore ma con atteggiamento dubbioso e indagante. Ascoltando Giuseppe Verdi con Requiem Dies irae e l’Orfeo di Gluck, notiamo che anche in musica l’uomo è il protagonista. Notiamo inoltre l’uso di strumenti musicali e l’introduzione di voci femminili che erano completamente assenti nel periodo medievale.
Così opera dopo opera arriviamo all’Arte Moderna: visitiamo il Museo Guggenheim dove incontriamo la pittura di René Magritte con Le Tre Sfere; e le opere di Jackson Pollock con Sentieri Ondulati.
Con l’Arte Moderna la rappresentazione cambia ancora, ma il cambiamento avviene solo nei simboli perché non smette di parlarci di noi. Cosa ci dicono nel profondo dell’anima quelle sfere sospese di Magritte? Non potrebbero rappresentare la nostra condizione? E tutti quei segni e quelle macchie di colore che Pollock riversa sulle tele non ci racccontano che l’uomo non è neppure un forma strana?
Tutto questo modo nuovo di esprimere l’esperienza umana si riversa anche in musica dove ascoltiamo Stravinskij con la Sacra delle Primavera e John Cage con la sua più famosa provocazione in fatto di musica, un brano fatto di silenzio. Porsi in ascolto di questo non-brano intitolato 4 minuti e 33, senza note ma denso di presenza, fa emergere la nostra musica interna: il ritmo del respiro, il battito del cuore, il rincorrersi di pensieri e sensazioni.
In queste occasioni i ragazzi hanno appreso che le diverse discipline artistiche non sono altro che le diverse manifestazioni di un’unica voce: quel sentire teso in ogni epoca verso la ricerca della propria verità. Ognuno di loro ha avuto l’occasione per esprimere attraverso la propria creatività l’esperienza vissuta con l’arte.
Tutti i ragazzi hanno “Sentito l’arte” con un coinvolgimento tale da far riemergere le stesse domande che gli artisti di epoche lontane hanno immortalato nelle loro opere.