asia
27 Aprile 2008

Scienza e riduzionismo: l'immagine è tutto?

Un articolo scientifico diventa più credibile e interessante se presenta una mappa di attivazione neurale.

Tutti hanno sentito parlare, in termini di un riduzionismo ingenuo, che il tale neurotrasmettitore "causa" l'innamoramento, o la tale area cerebrale "è responsabile" della gioia piuttosto che dell'odio o del dolore. Questa volta però la conferma dei sospetti sulla tendenza riduzionistica dell'informazione scientifica viene dagli stessi studiosi della mente che con un semplice esperimento pubblicato sulla rivista Cognition (dove l'articolo è scaricabile per intero solo a pagamento) hanno verificato una stretta correlazione tra la presenza di un grafico rappresentante l'attività cerebrale (brain imaging da fRM) e il giudizio di affidabilità scientifica dato dai lettori.

brain imagingIn pratica, se c'è una di queste neuro-immagini l'articolo guadagna attenzione e credibilità anche da parte di lettori esperti (come erano gli studenti di psicologia sottoposti all'esperimento), mentre se lo stesso testo viene presentato senza questo grafico il gradimento scema. Gli autori dello studio sostengono che alla base del fenomeno vi sia una sorta di “neuro-realismo: un giudizio acritico di realtà legato al semplice fatto dell’esistenza di un’immagine intuitivamente riconoscibile del fenomeno mentale”. Se da un lato questo preoccupa i neuroscienziati perché induce una visione semplicistica del rapporto cervello-mente in cui ad un'area o ad un fenomeno chimico-fisico vengono associati specifici processi cognitivi, dall'altro sono gli stessi studiosi a confermare che il crescente interesse per le scienze cognitive nasce proprio da questa visione ingenua, in cui si possono “vedere” processi mentale prima troppo fumosi o “filosofici”.

Senza cadere in semplicistiche critiche al metodo scientifico, si può tuttavia rilevare come sia spesso contraddittorio l'affidamento totale a verità scientifiche senza averne capito il senso e soprattutto il limite, come ad esempio la mancanza di presa in considerazione del soggetto che fa esperienza oppure dell'atteggiamento con cui si crede fermamente in una tesi scientifica (il credere è scientifico?).

Segnale dal Blog di Daniela Ovadia su Le Scienze
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