Stai già sognando le tue prossime immersioni nelle limpide acque di qualche isola esotica?
Ebbene, un’amara sorpresa ti darà il benvenuto: un ammasso di immondizie galleggianti. Magari proprio quella borsa di plastica che hai abbandonato sulla spiaggia qualche anno fa.
Ma non hai ancora idea di cosa in realtà potresti trovarti davanti: una discarica distribuita su un’area quattro volte e mezza l’estensione dell’Italia. Denominata dagli ambientalisti “The Great Pacific Garbage Patch”, “il grande ammasso di rifiuti del Pacifico”, si tratta di una sorta di aspirapolvere naturale che, per opera di una particolare combinazione di correnti marine, raccoglie spazzatura da tutte le parti del mondo e la intrappola letteralmente in una zona tra San Francisco e le Hawai.
Fin qui niente di allarmante qualcuno penserà: basta ripulire quella zona.
La situazione in realtà è ben più grave: la plastica con cui sono fatti i contenitori per alimenti (bottiglie, lattine, biberon) rilascia una sostanza chimica, il bisfenolo A, che imita l'ormone estrogeno. Poiché l'estrogeno svolge un ruolo cruciale nello sviluppo del sistema riproduttivo e di altri organi del feto, sono in corso degli studi per valutare i meccanismi che intervengono nel rilascio di questa sostanza. Di certo si sa che ormai non vi è luogo sulla faccia della terra in cui non si rilevino tracce di bisfenolo A e che, da stime recenti, con molta probabilità esso è presente nel corpo di ciascuno di noi.
Per non parlare poi dei danni provocati dai residui plastici alla catena alimentare. I pesci e gli uccelli ingoiano sacchetti e residui di plastica scambiandoli per cibo, andando incontro a una lenta e orribile morte per blocco intestinale.
Per saperne di più sul “Great Pacific Garbage Patch”:
www.carta.org
Wikipedia (inglese)
www.sfgate.com (inglese)
sul Bisfenolo A:
www.blogalileo.com
Un video sul fenomeno e sulla correlazione tra Patch e inquinamento da Bisfenolo:
www.adbusters.org (inglese)
Infine, una voce contro:
filosofoaustroungarico.blogspot.com
di Paolo Ferrante
Redazione Asia.it