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Cos’è la conoscenza?

Laboratorio filosofico condotto da Alessandra Ielli - secondo incontro
Ecco la prima parte del secondo appuntamento del laboratorio filosofico per ragazzi, condotto da Alessandra Ielli (autrice del libro "Impariamo a pensare") presso ASIA Modena, si è svolto lo scorso 17 novembre 2007.

I successivi appuntamenti a Modena saranno il 16 Febbraio, 15 Marzo, 12 Aprile dalle 15 alle 17.
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Partecipanti al dialogo: Anita,Carlotta, Davide, Loredana, Lucia, Martina

Prima parte - Seconda parte
Cosa rende possibile la conoscenza? Come puoi cercare ciò che ignori?
Continuiamo il nostro percorso “conoscitivo” sulla conoscenza  riprendendo la questione  su come essa accada. Per affrontarla prendiamo in considerazione due  ipotesi:
  • Noi conosciamo a partire dall’esperienza sensibile, dal contatto col mondo esterno  La mente  è come una tabula rasa che si limita a rielaborare in forme sempre più complesse di dati che vengono dall’esterno ? Ciò che sappiamo  lo sappiamo per abitudine e viene scambiato per innato?
  • Abbiamo già una conoscenza innata  attraverso cui facciamo esperienza conoscitiva del mondo  Riprendendo un esempio classico : non conosciamo il cavallo perché lo abbiamo visto tante volte e qualcuno ci ha insegnato che l’animale di fronte a noi si chiama così, ma perché, come diceva Platone, abbiamo già dentro di noi un’idea, una categoria (in questo caso sarebbe la cavallinità) che ci permette di riconoscere il cavallo come cavallo  Come riusciamo a classificare gli oggetti secondo classi di appartenenza?
Loredana :  non mi sembrano contrapposte:  quando nasci cominci a imparare  cos’è un gatto o un cavallo e  i sentimenti la tristezza o l’amore ma abbiamo già un ‘idea di cosa esse siano dentro di noi
Alessandra: quindi pensi che siano vere entrambe
Lucia: c’è una parte innata  ma c’è anche un contributo della società che ci aiuta a conoscere.  Secondo me ad es. la conoscenza di un cavallo non è una cosa innata, ma sono i genitori che ci mostrano gli animali e ci insegnano i nomi. Però mi sembra che le emozioni ce le portiamo dalla nascita.
Davide :  forse dovremmo fare una distinzione
Lucia.sono d’accordo ..ci sono cose che conosciamo fin dalla nascita ed altre che conosciamo a partire dall’esterno attraverso chi ci educa
Alessandra: come fai a saperlo?
Loredana: secondo me Lucia ha ragione perché un neonato quando sente litigare i genitori non sa dire cosa stiano facendo ma sente che c’è qualcosa che non va.
Alessandra: ma come facciamo a sapere che abbiamo delle conoscenze innate?
Lucia: ricordo di aver letto di un esperimento su delle papere che dimostrava come un paperotto appena nato riconosce immediatamente la mamma, non pensa  “ha le piume ha il becco  perciò e mia madre”. Se  sostituivano la mamma vera con un pupazzo  il piccolo si rivolgeva a lui come fosse stata la mamma.
Davide: quindi c’è come una consapevolezza innata perché nessuno aveva insegnato al cucciolo il bisogno e la ricerca della mamma
Alessandra: avete ragione ..però noi stiamo parlando di esseri umani e l’essere umano non ha solo istinti, è senziente e sa usare i concetti. Certi animali sono  molto intelligenti ma non sanno pensare e quindi la domanda è , da dove li prendiamo i concetti?  Altra domanda collegata: cosa è ricordare? Vi capita spesso di ricordare?
Non vi è mai capitato di aver  la sensazione di aver già vissuto una cosa?
Loredana: Tante volte… ma questa è un’altra cosa e’ un dejavu. Ho letto che uno psicologo diceva che i dejavu  accadono perché per un attimo il cervello smette di funzionare, come se svenisse, e dopo quando rientra in sé ha come l’impressione di aver già vissuto una data situazione ma  si tratta   solo di  un’impressione
Alessandra: a volte mi è successo  anche in sogno di vedere cose che so per certo di non aver mai vissuto e tutte le volte mi chiedo da dove affiorino. Ad es. mi è capitato do sognare che facevo vasi lavorando l’argilla su un tornio, ed ero anche brava..
Loredana: potrebbe essere un ricordo da un’altra vita
Alessandra: cosa vuoi dire?
Anita: Loredana ha ragione, chi crede nella reincarnazione pensa che nel sogno ritornano i ricordi delle vite passate
Alessandra: Ma tu cosa pensi?
Anita, Loredana: non lo sappiamo ma potrebbe essere vero.
Alessandra: osservate questo disegno

Cos’è?
Tutti: una corriera
Alessandra: questo è un disegno fatto da un cieco dalla nascita
Martina: forse si è aiutato col tatto
Alessandra :sicuramente, a proposito mi viene in mente che ho letto di ciechi nati dalla nascita che hanno recuperato la vista con un’operazione . Io credevo che la loro vita sarebbe diventata più facile e più piena, pensate a quanta esperienza di mondo accogliamo attraverso il senso della vista eppure pare che il riadattamento al mondo di un ex non vedente sia estremamente difficile.
Davide: hanno gli altri sensi estremamente sviluppati
Anita:  ..e non riescono più a conoscere  il mondo attraverso la vista
Alessandra:  hanno colto la corriera attraverso il tatto ma come hanno fatto a ricostruire un’immagine così fedele?
Davide: questo potrebbe essere a favore di una conoscenza innata, perché un cieco non può ricostruire un'immagine.

La conoscenza è legata al ricordo? Conoscere è ricordare?
Lucia: Mi sembra che il ricordo non sempre possa essere legato al conoscere,  ricordiamo più facilmente le sensazioni o ciò che ci ha fatto stare bene o male
Alessandra: quando tu conosci una persona , è possibile entrare in contatto  indipendentemente da ciò che tu hai vissuto prima di quel momento?
Davide: è inevitabile il condizionamento   infatti se viaggio e ed entro in contatto con una cultura diversa non potrò che conoscere a  partire dalla mia 
Alessandra: Porti sempre con te la tua esperienza di vita?
Carlotta: a me sembra che noi possiamo conoscere solo a partire da un esperienza quindi il ricordo non avviene nella mente come  su una tabula rasa.. La conoscenza innata  forse non è vera conoscenza, è un istinto poi però accumuliamo esperienze ripetute e dalla ripetizione cominciamo a farci un’idea più precisa e consapevole
Alessandra: è  sicuramente vero ciò che dici : con l'esperienza accumuliamo dati che confluiscono in una conoscenza, però io mi chiedo come fai ad operare ad es. un confronto tra tante esperienze sensoriali se tu non avessi dentro di te già una nozione di confronto?
Carlotta:  è vero non ci avevo pensato….
Alessandra: come fai ad es. a conoscere qualcosa che ti è completamente ignoto se qualcosa dentro di te non lo riagganciasse? Possiamo conoscere confrontando  ma l’atto del confronto da dove viene?
Proviamo a pensare ad un esempio concreto : io non so il giapponese come potrei impararlo se a mia volta non possedessi già un patrimonio linguistico  a cui far ricorso? Quanto meno devo già avere dei significati ..
 Per imparare una lingua un bimbo fa tantissime domande, e le domande dove le impara?
Loredana: secondo me un bambino nasce  e sa già domandare, non gli viene insegnato
Alessandra: e quando scopre le cose come fa a scoprirle?
Martina: le vede e se ne accorge
Alessandra: E chi gli ha insegnato ad accorgersi?
Davide: Secondo me qui torna fuori quella distinzione che era emersa all’inizio , alcune cose sono innate altre le impariamo
 Martina: sì ha ragione e forse c’entra anche la storia “dello zainetto”
Anita, Lucia: quale zainetto?
Martina: tempo fa lei ci aveva detto che i suoi figli sono molto diversi tra loro sin dalla nascita e avevamo convenuto che ognuno di noi  nasce con un suo speciale zainetto perché due persone che vivono le stesse identiche condizioni ambientali non sono uguali
Alessandra: in un computer puoi immettere le stesse informazioni e avere gli stessi esiti, negli esseri umani questo non succede.
Anita:  non solo …se la nostra mente fosse una tabula rasa allora potremmo essere tutti uguali
Martina:  e poi se fossimo una tabula rasa rimarremmo anche una tabula rasa , non sarebbe proprio possibile imparare come fa una tabula rasa ad imparare da un’altra tabula rasa?
Alessandra. L’idea “tabula rasa” ci richiama  un intendimento di uomo che sostiene  l’uguaglianza tra essere umano e computer; gli scienziati che pensano alla possibilità di programmare l’intelligenza artificiale di fondo pensano che l’uomo sia una macchina in cui immetti dati da elaborare…è opinione diffusa che un giorno i computer potranno sostituire l’uomo e questo è preoccupante
Martina: non è solo preoccupante se consideriamo  l’intelligenza di chi fa queste pensate…...e che dovrebbe programmare un intelligenza migliore della sua !
Alessandra: buona questa! infatti con la nostra intelligenza dovremmo creare una macchina pensante che pensa meglio di noi..a volte  a partire anche da ottimi intenti di far fare ad un computer ciò di cui noi non siamo capaci  entriamo in uno strana contraddizione  perché la domanda è con quale intelligenza dovremmo crearne una migliore?
Loredana: la nostra…assurdo!
Volevo dire un’altra cosa che mi sembra importante: se noi fossimo una tabula rasa non avremmo sentimenti,noi nasciamo già sentendo l’amore o la tristezza possiamo essere educati a capirli ma non a sentirli!
Alessandra :voi cosa ne pensate?
Davide: sono d’accordo soprattutto rispetto all’amore anche se un bimbo non sa spiegarsi cosa vive e più tardi potrà sviluppare quel sentimento …ma quell’istinto c’è da subito e  mi sembra il  “primo” sentire
Alessandra:  sono d’accordo e mi chiedo se un bambino nasce con questo forte sentire  cosa succede se esso non trova accoglienza o riconoscimento adeguati?
Lucia: tu vuoi dire che se un bimbo non trova l’amore adeguato può diventare svantaggiato nelle relazioni con gli altri o col mondo ,può non imparare a volere bene?
Alessandra: sì,  spesso m’interrogo su questa relazione
Martina: secondo me il sentire ci appartiene dalla nascita ma il sentire va indirizzato e forse impariamo a farlo se qualcuno innanzitutto capisce il nostro bisogno
Alessandra:  abbiamo bisogno di strutturare la nostra identità e i  bambini tornano alla mamma per chiedere una  conferma e un riconoscimento che li aiuta a crescere e  fornisce loro quella sicurezza che è necessaria per ulteriori slanci  nella conoscenza del mondo.
Nasciamo con un sentire ,ed un bisogno affettivo che chiede conferma anche se non sempre  la mancanza di questo sostegno  si traduce necessariamente in uno svantaggio sociale .
Quindi secondo voi  l’affetto, l’amore  sono innati. 

La storia dello zainetto  che ha ricordato Martina  forse riguarda ogni nostro atto conoscitivo. Nell’atto del conoscere c’entra il nostro passato che agisce dentro di noi anche se raramente ne siamo consapevoli. Voi conoscerete la teoria sull’inconscio di Freud?( no) Freud ha scoperto che la mente umana è come un grande serbatoio dove vengono registrate tutte le esperienze che facciamo nella nostra vita e solo una piccola  parte dei ricordi sono consapevoli. Freud utilizza  l’immagine di un iceberg di cui solo la punta emerge dal mare e  paragona il nostro inconscio a questo iceberg che lascia affiorare alla mente lucida solo parte dei ricordi. Ciò che succede è alcuni ricordi agiscono  e influenzano la nostra esperienza del mondo e quando diventiamo consapevoli di questo condizionamento iniziale, forse il suo potere si attenua . La consapevolezza ci aiuta.
Martina: forse è l’unico modo.

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