Vi proponiamo un'acuta riflessione su identità e ruolo dell'intellettuale, figura chiave e al contempo ormai confusa, sepolta sotto un cumulo di opinioni troppo spesso urlate o bofonchiate da dietro una cattedra, e che spesso rasentano l'ovvietà. L'autrice, prendendo ad esempio l'intervento di Erri De Luca a Che tempo che fa, suggerisce che l'intellettuale, per essere davvero tale, deve ricordarci "quello che siamo, la sostanza universale di cui siamo fatti che è una e non opinabile [,] che esiste la verità e che discostarsi da essa si chiama tradire la propria umanità. [Deve ricordarci] che se fai silenzio, un silenzio autentico nel quale zittiscono le opinioni che ci servono a nascondere la malafede, puoi ascoltare una sola voce che è patrimonio comune non casuale".
Siete d'accordo?