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#16

Sono cinque le colline che hanno assistito al mio declino.
Poche luci e l’aria infinita.
La tristezza incombe su tutto ciò che vedo.
Vento mi porta la voce di urla lontane;
nessuna di esse può spiegarmi questa melanconia.

E’ finita così:
come speravo non finisse.
In un turbinio di rumori,
in cinquanta secondi di straziante
inferno, impresso nella mente per l’eternità.
S’infrange una realtà
che mi aveva per tanto abbracciato.

Vedo alberi, vedo corvi.
Vedo persone pronte a parlare, ma nessuno
sa quello che dice.
Finite le possibilità di lasciare un segno.

E’ iniziato il periodo dell’angoscia,
è iniziato il periodo degli occhi lucidi.
Inarrestabile voglia di solitudine,
e d’incontrare qualcuno.

In tutta sincerità,
poco sarebbe la differenza. In ogni caso.
Peggio di così,
non mi sentirò mai.

Federico Cavina


2° Classificato al concorso letterario “Il grande imbarazzo”


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